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Nella sua recensione a La natura del legame chimico di Linus Pauling, Ingold scrisse che il libro avrebbe avuto un posto tutto suo nella storia della chimica moderna. Anche se Pauling avrebbe dovuto attendere altri quindici anni prima di essere insignito del premio Nobel per la Chimica proprio "per le sue ricerche sulla natura del legame chimico", la previsione di Ingold non può essere considerata né casuale né fortunata. L'approccio di Pauling alla meccanica quantistica, pur se pensato in continuità con il lavoro di Gilbert Lewis, si distacca fortemente dalle proposte della fisica quantistica dei primi del Novecento, operando alla ricerca di connessioni tra l'idea del legame chimico come generatasi nello sviluppo storico della chimica dell'Ottocento e la sua rappresentazione quanto-meccanica. La scelta di riproporre questo classico della scienza contemporanea da un lato rende disponibile ad un pubblico più ampio un libro che conserva integra e fresca la visione unificante delle scienze molecolari che ha ispirato l'intera opera scientifica di Pauling. Dall'altro, offre un'occasione per ripensare la possibilità di costruire saperi plurali conciliando e armonizzando metodologie scientifiche locali ed emergenze concettuali specifiche - senza per questo rinunciare a trarre da discipline diverse teorie e modelli corroborati e fortemente predittivi.